Paula Scher: Works e progetti

Ripercorrendo i lavori di Paula Scher emerge chiaramente che ci troviamo di fronte ad una forma di graphic design che non è confinata alla carta stampata o al digital, ma che impatta e fa la differenza sia sul mondo che sulle persone (non soltanto sugli addetti ai lavori). Sarebbe un grave errore pensare che Scher abbia influenzato una precisa fase della storia del graphic design. Se ci si sofferma sul suo percorso, infatti, risulta evidente che la forza delle identità visive a cui ha dato vita si trova nel tempo e nel contesto in cui le stesse abitano. Oltre alla straordinaria capacità di produzione visiva e concettuale, è in grado di creare una particolare connessione con le persone che vivono in un determinato luogo e, molto spesso, questo luogo è la città di New York.

02.25 — Stories

Scher è al contempo americana ed internazionale. È espressione della cultura pop con inventiva e ha fatto della tipografia il suo mezzo di riferimento. Crede fermamente che il design debba calarsi nella realtà perché esiste oltre uno schermo e può dare senso e valore ad uno spazio. La graphic designer americana, parla della tipografia come di un linguaggio che fa parte della vita di tutti i giorni (soprattutto in una città come New York) e ritiene che il logo vada ritoccato ogni 4-5 anni perché deve sapersi adattare al tempo e ai cambiamenti che la società porta con sè.    

Il lavoro del graphic designer si basa sulla capacità di risolvere problemi. Tuttavia, dovendo tener conto anche del comportamento umano, il designer non ha solo il compito di rispondere, ma anche quello di far sorgere nuove domande nella mente del suo interlocutore.
 


Il percorso professionale 

Paula Scher ha costruito il suo percorso formativo presso la Tyler School of Art della Temple University, dove si è laureata in Belle Arti nel 1970. La sua carriera professionale inizia nel reparto pubblicitario della CBS Records, dove viene rapidamente promossa a direttrice artistica della divisione cover design, ruolo che mantiene fino al 1982. In questo periodo, realizza copertine iconiche come quelle per Bob James e Eric Gale, sviluppando uno stile distintivo che reinterpreta riferimenti storici del design con un approccio contemporaneo e sperimentale. Nel 1984 fonda lo studio Koppel & Scher, dove lavora per sette anni espandendo il suo repertorio oltre il settore musicale. La svolta decisiva però avviene nel 1991, quando diventa la prima donna partner di Pentagram nella sede di New York, posizione che le permette di ampliare ulteriormente il suo raggio d'azione. Sebbene non si definisca propriamente una femminista, ha contribuito in maniera significativa a far crescere il riconoscimento e lo status delle donne nel graphic design nel mondo. In questa fase, il suo lavoro si evolve dal graphic design puro verso progetti di scala architettonica e urbana, sviluppando sistemi di identità visiva innovativi come quello rivoluzionario per il Public Theater di New York, il rebrand della Tiffany & Co. e l'identità dinamica per il MoMA. Parallelamente all'attività progettuale, Scher ha sempre mantenuto un forte legame con l'ambiente accademico insegnando alla School of Visual Arts, alla Yale University e alla Tyler School of Art, aiutando così le nuove generazioni di designer nella loro formazione. La recente pubblicazione di Works (nella sua versione aggiornata) è una monografia del suo percorso professionale e artistico, che ha documentato oltre quattro decenni di evoluzione creativa attraverso progetti che hanno ridefinito il ruolo del graphic design nella cultura contemporanea. 
 


Works 

Premessa: vi consigliamo fortemente di recuperare questo libro, sia per l’esperienza tattile-visiva sia per il contenuto contemporaneamente vasto e profondo. 

La monografia sul suo lavoro ci dà l’occasione di raccontare alcuni dei suoi progetti, dai quali è possibile ricavare preziosi insegnamenti per approcciare ai nostri progetti. Quando la Scher parla di brand e identità visive, spesso utilizza il termine identity system, termine che deve avere un impatto emozionale e tener conto del comportamento umano. Un sistema articolato con una relazione tra le varie componenti. Per quanto riguarda la sua scelta del mezzo tipografico come riferimento, rimane celebre la sua frase (che ci piace tantissimo): “Words have meaning, type has spirit”. 
 


Progettualità: The Public Theater — 1994/2024 

Il lavoro di Paula Scher per il The Public Theater di New York costituisce uno dei progetti più longevi ed influenti della sua carriera, diventando un caso studio emblematico di come un'identità visiva possa evolversi mantenendo coerenza e forza comunicativa. Nel 1994 Scher rivoluziona l'immagine del teatro con un sistema grafico audace e innovativo che rompe con le convenzioni del settore teatrale. Il design originale si basa su una tipografia espressiva e di grande impatto che combina diversi pesi del font Knockout, creando composizioni dinamiche dove le parole dominano lo spazio. L’idea le venne sfogliando un libro American Wood Type, associando i diversi pesi al fatto che rappresentassero al meglio la città di New York, con tutte le sue sfumature e l’atteggiamento bold. Questo ci insegna come un ottimo brand sia autoesplicativo, senza la necessità di creare una spiegazione illustrata. 

La palette cromatica è incentrata su colori vivaci e contrastanti, mentre il layout sfrutta sovrapposizioni e giustapposizioni ardite di testo e porzioni di immagini. Il sistema si è evoluto costantemente negli anni adattandosi alle diverse stagioni teatrali e alle varie manifestazioni culturali, tra cui il celebre Shakespeare in the Park. Dal 1994 a oggi, Scher ha continuato a rinnovare l'identità mantenendo intatti gli elementi fondamentali: la tipografia audace, l'uso dinamico dello spazio e la forza comunicativa, ma reinterpretandoli in modo sempre fresco e contemporaneo. Questo progetto è diventato non solo l'identità visiva di un'istituzione culturale, ma un vero e proprio linguaggio visivo urbano che ha contribuito a ridefinire l'immagine stessa della cultura teatrale newyorkese. Andate a ricercare i poster e la loro evoluzione nel corso degli anni! 
 


Contesto: New York City Ballet — 2008

L'identità visiva creata da Scher per il New York City Ballet si caratterizza per un approccio grafico che gioca con la tipografia in modo architettonico. Il logo si basa su una composizione verticale delle lettere NYCB, disposte in una configurazione a colonna intersecata che ricorda i grattacieli di New York. Le lettere, realizzate con un carattere sans serif bold, sono frammentate e tagliate in modo da creare un ritmo visivo dinamico che evoca il movimento della danza. La soluzione grafica riflette sia la modernità dell'istituzione sia la sua presenza fisica nella città. Questo aspetto fu molto rilevante, visto che allora veniva chiamato solo City Ballet ed era fondamentale enfatizzare il fatto che si trovasse a New York. 
 


Coerenza: MoMA — 2009 

Il lavoro svolto per il Museum of Modern Art si distingue per un approccio minimalista ma concettualmente potente. Il sistema ruota attorno a una versione ripensata del logotipo MoMA e lo reinterpreta attraverso un uso nuovo della scala e del posizionamento in locandine, poster e altro materiale offline. Il logo può essere utilizzato sia in versione orizzontale che verticale, e la sua forza risiede nella capacità di funzionare come un elemento flessibile che si adatta a diversi contesti e applicazioni. Scher crea un sistema modulare in cui il logotipo può essere ingrandito, rimpicciolito o parzialmente ritagliato mantenendo sempre la sua riconoscibilità, riflettendo così la natura dinamica e contemporanea del museo. La palette cromatica, dominata dal nero su bianco, enfatizza la pulizia formale del design e dialoga perfettamente con l'architettura modernista dell'edificio e con l'arte che il museo ospita.  

Il focus del progetto riguarda il riuscire a creare un sistema visivo che esprimesse riconoscibilità e coerenza in ogni suo utilizzo. Fino ad allora infatti, sebbene il MoMA fosse dotato già di un logo riconosciuto, esso veniva spesso utilizzato in maniera diversa e la comunicazione nel suo complesso risultava poco consistente. Significativo il fatto che la Scher consegni un template one page come istruzione da cui partire per estenderlo e declinarlo nei vari usi.
 


Ispirazione: Type Directors Club — 2011 

Il sistema di identità visiva dinamico creato per il Type Directors Club è un brillante esempio di design che riflette la missione stessa dell'organizzazione. Il lavoro si basa su un gioco tipografico in cui le lettere TDC vengono scomposte e riassemblate in molteplici configurazioni grafiche che diventano esse stesse una dichiarazione sulla tipografia. Le lettere sono frammentate e riorganizzate in pattern geometrici che possono essere letti sia come una composizione astratta sia come le iniziali dell'organizzazione. Il colore rosso scelto funziona da filo conduttore per le varie versioni rendendole riconducibili ad un unico sistema.  

La sua forza sta nella capacità di essere allo stesso tempo un omaggio alla tradizione tipografica e una sua reinterpretazione contemporanea, perfettamente in linea con la natura di un'istituzione dedicata all'eccellenza nel type design. Per la Scher fu anche una possibilità per sperimentare, in un momento in cui iniziava a sentirsi intrappolata nel suo stesso stile.
 


Coinvolgimento: New York City Beaches — 2013 

Nel 2013 Paula Scher sviluppa un progetto di environmental design per le spiagge di New York City, come parte di un più ampio intervento di riqualificazione post uragano Sandy. Il sistema combina segnaletica funzionale e design ambientale creando un'identità visiva distintiva per le spiagge cittadine. Scher utilizza una palette di colori vivaci dominata dal blu e dal giallo, con una tipografia bold e di grande impatto che si integra con l'ambiente costiero. Il progetto include totem informativi alti più di 4 metri, cartelli direzionali e pannelli interpretativi che combinano pittogrammi, mappe e informazioni. La caratteristica più distintiva del sistema è l'uso di una tipografia monumentale in abbinata alle fotografie di ciascuna spiaggia che diventano parte integrante del paesaggio: le lettere di grandi dimensioni e le immagini caratteristiche di ogni singola spiaggia, realizzate in materiali resistenti alle intemperie, creano punti di riferimento visivi riconoscibili anche a grande distanza.  

Il design riesce a bilanciare funzionalità ed estetica, migliorando l'orientamento dei visitatori e al contempo definendo un'identità forte e coerente per le spiagge urbane di New York. Il lavoro non solo risulta di forte impatto e di aiuto per la popolazione, ma divenne molto popolare con la produzione di cartoline da conservare come ricordo per le singole spiagge. 



Credits 
Copertina articolo  
New York Beaches
— Works